Non c’è dubbio che il seme della mia passione per la fotografia sia stato inconsapevolmente piantato da mio padre nei solchi della mia adolescenza. Insegnante di lettere per passione e fotografo per lo stesso motivo, sembrava stranamente entusiasta della mia assidua presenza in camera oscura durante le sue manovre tra acidi e bacinelle, negativi ed iposolfito, ingranditore Durst e carta Ilford, luce rossa e buio assoluto. Gli facevo spesso compagnia anche nelle uscite fotografiche, che ancora oggi sono il ricordo più vivido che ho di lui, e che cerco di perpetuare nei miei vagabondaggi in cerca di ispirazione con la reflex a tracolla. Come spesso capita, la sua passione crebbe insieme alle sue qualità artistiche, con un inevitabile adeguamento dell’attrezzatura fotografica. Scalò rapidamente la montagna delle reflex, in vetta alla quale c’era la Nikon F2, ma la quiete durò poco. Ricordo molto bene quando, nei primi anni settanta, nel suo arsenale entrò la biottica Rolleiflex. Insieme alla Hasselblad si contendeva il trono delle “medio formato”, indiscutibile traguardo di qualsiasi fotografo professionista. Peccato se la sia goduta poco, perché è scomparso quando io avevo 14 anni. Da allora sono passati quasi quarant’anni, e la Rolleiflex di mio padre è l’oggetto più importante che io possegga. La conosco come le mie tasche, per me non ha segreti: se non servisse a fare fotografie la potrei usare ad occhi chiusi, così come ad occhi chiusi riconoscerei senza esitazioni il rumore meccanico dell’otturatore che scatta, del pozzetto che si apre, del dorso che si chiude. Ormai giace inutilizzata da anni in cassetta di sicurezza, l’avvento del digitale le è stato fatale, ma era da tempo che desideravo rendere la Rolleiflex protagonista dei miei scatti. Volevo però che fosse ritratta nell’utilizzo tipico di una qualsiasi macchina fotografica, ovvero tra le mani di un essere umano. Un oggetto così speciale non poteva che essere associato ad una persona straordinaria: Giulia è una ragazza dotata di una bellezza abbagliante, di un look superlativo e di una personalità travolgente, una miscela a combustione nucleare che la rende una delle donne più affascinanti che io abbia mai conosciuto. Non potevo aspirare ad una sua interpretazione più perfetta e sentita di quella che traspare da ogni singolo pixel delle fotografie che le ho fatto, quindi non posso che esserle infinitamente riconoscente per aver partecipato ad un progetto caratterizzato da una fortissima componente emotiva: grazie Giulia! PS: per alcune fotografie ho scelto il taglio quadrato, tipico dei negativi 6x6 utilizzati con la Rolleiflex. PPS: è inutile che ci proviate, la Rolleiflex non la vendo… se però voleste farci un giro, ci organizziamo! :-)
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